mercoledì 2 luglio 2014

Previsioni a breve e medio termine per il mercato Brasiliano e come vendere in Brasile



Mentre i Mondiali brasiliani entrano nel vivo, con l’avvio delle fasi ad eliminazione diretta che il 13 luglio condurranno alla celebrazione della finale, si rinnovano gli interessi nei confronti di un Paese dalle enormi potenzialità, e dalle infinite opportunità per le imprese italiane che desiderano poter esportare i propriprodotti e i propri servizi all’interno dei confini della nazione sudamericana. Già oggi il Brasile è una delle maggiori economie mondiali, tanto dal poter chiudere il 2014 come quinta economia più importante del globo. Forte di una popolazione di 200 milioni di abitanti, e di una classe media in corso di consolidamento e rafforzamento, il mercato brasiliano può esprimere livelli di benessere e di consumo sempre crescenti, aprendosi all’estero grazie a specifiche politiche di attrazione degli investimenti.

Ma quali sono le previsioni a breve e medio termine per il mercato Brasiliano e come vendere in Brasile? Crescita economica e degli investimenti Complessivamente, la crescita economica brasiliana sembra aver subito corposi rallentamenti rispetto alle improvvise esplosioni di produttività di qualche anno fa. Oggi il Pil cresce comunque tra l’1% e il 2%, per un trend lievemente positivo nei prossimi anni. In merito, gli investimenti effettuati per i Mondiali di calcio in corso e, d’altro canto, quelli avviati o in programma per le Olimpiadi del 2016, potrebbero condurre a un miglioramento dell’economia reale, pur non in grado di garantire effetti consolidati di lungo termine. Secondo le stime più attendibili, l’impatto dei Mondiali brasiliani sul Pil del Paese sarà pari a + 0,2%, legato al maggior consumo complessivo determinato dal valore aggiunto degli introiti dei turisti.

Occupazione e imprese Se non vi dovessero essere clamorose (e negative) sorprese nel corso degli ultimi mesi dell’anno, alla fine del 2014 il Brasile sarà stato in grado di creare circa 700 mila posti di lavoro in più rispetto ai livelli di 5 anni fa. L’impatto relativo alle infrastrutture necessarie per ospitare i mega eventi globali ha avuto certamente la sua importanza, sebbene solo in parte il flusso positivo di nuovi posti di lavoro possa ascriversi ai Mondiali brasiliani 2014. Il trend positivo dovrebbe in ogni caso continuare anche nei prossimi anni. Sul fronte delle imprese, in Brasile, così come nel resto delle economie in via di completo sviluppo, è atteso in crescita il tasso sulle insolvenze aziendali.

Ciò non dovrebbe tuttavia rappresentare un grave rischio per le imprese italiane che decidessero di avviare proficui rapporti commerciali con le controparti sudamericane, valutato che ad andare in maggiore difficoltà sono proprio le imprese brasiliane non aperte all’esterno, e che i tassi sono complessivamente in area di tollerabilità. Uno studio preventivo con una buona società di consulenza per l’internazionalizzazionedovrebbe in ogni caso porvi al riparo da qualsiasi sgradita sorpresa nel regolamento delle vostre operazioni. Nessun rischio all’orizzonte Contrariamente ad altri Paesi che, in questi mesi, stanno sperimentando rischi di eccessiva inflazione (o, di contro, di deflazione), o bolle speculative, il Brasile può oggi ritenersi al riparo da qualsiasi turbolenza, e perfino il rischio che qualche anno fa era stato segnalato come maggiormente in grado di nuocere al sonno sereno dei macroeconomisti (la bolla immobiliare determinata dalle grandi opere infrastrutturali) è oggi totalmente smentita (meno del 10% del Pil è d’altronde influenzato dalle infrastrutture).

 Il Brasile dei prossimi due anni Il Brasile dei prossimi due anni dovrebbe contraddistinguersi per un modello economico “replicato” da quanto visto negli ultimi due. Le opere infrastrutturali continueranno a sovrapporsi con maggiore insistenza fino al 2016, generando nuove opportunità per le imprese italiane, da tempo esportatrici di prodotti appartenenti al comparto della meccanica. Protezionismi in calo da una parte, e crescente competitività delle imprese dall’altra, dovrebbero favorire la nascita di nuove opportunità per le pmi che desiderano esportare il made in Italy in tale mercato di destinazione.